Bosnia Express
Politica, religione, nazionalismo, mafia e povertà in quel che resta della Porta d’Oriente
Tietoa kirjasta
Un dopoguerra interminabile, quello della Bosnia Erzegovina. Oggi, oltre tre lustri dopo, il Paese è in mano a politici corrotti, alle mafie che ripuliscono il denaro sporco nel settore immobiliare e nelle banche sempre più numerose, a gruppi stranieri che giorno dopo giorno esigono il pagamento di un dazio infinito, il cui peso ha avuto origine nella guerra del 1992-1995. E, come se non bastasse, dall’estate del 2011 a Sarajevo è arrivato anche McDonald’s...
Bosnia Express, giunto alla sua terza edizione aggiornata, è il viaggio in un Paese deragliato, con un ritardo strutturale di quarant’anni, ridotto economicamente e culturalmente in ginocchio e squassato dai nazionalismi e dalle contrapposizioni di credo, ma ciò nonostante capace di destare molti appetiti. E di sorprendere. “Luca Leone non ci consegna un libro, ci dà uno schiaffo. Lui che bosniaco non è ha il candore di indignarsi ancora davanti alle fosse comuni terziarie di Srebrenica, di arrabbiarsi per le scorie tossiche colate a picco dai francesi nel lago di Buško, di commuoversi davanti alla splendida natura bosniaca, anche se ancora da sminare e forse solo per questo non contaminata, appiattita sotto una coltre di malta, strappata per far largo a torri di hotel”. (Francesco De Filippo)
“L’espressione o lo stato d’animo di Luca Leone è quello del disinganno, della disillusione nei confronti di un Paese che ha girato le spalle a se stesso, in un post-conflitto nel quale denaro, successo e crimine hanno rapidamente preso il posto della giustizia, della verità e della solidarietà”. (Riccardo Noury)
“Vi consiglio di leggere questo libro, perché parla di un Paese speciale, la Bosnia Erzegovina, ed è scritto da una persona speciale”. (Enisa Bukvić)
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