Dalla libertà alla schiavitù
Tietoa kirjasta
In questo scritto del 1891 intitolato “Dalla libertà alla schiavitù” (apparso quale introduzione a un volume curato da Thomas Mackay), Herbert Spencer contrappone la logica della cooperazione volontaria, propria dell’economia di mercato, a quella della cooperazione forzata, fatta propria nei tempi moderni dal socialismo e da altre forme d’interventismo. Per il filosofo inglese il successo di quest’ultimo modello poggia sul fatto che di fronte a molti problemi sociali (a partire dalla stessa povertà) appare spesso più ragionevole suggerire soluzioni che delineino scorciatoie anche poco efficaci, ma più attraenti per l’uditorio. Spencer evidenzia come coloro che promettono semplicistiche soluzioni miracolistiche sono destinati, nei fatti, a promuovere una progressiva dilatazione del potere statale e una militarizzazione dell’intera società. - Herbert Spencer (1820-1903) è stato uno dei più noti pensatori dell’Età Vittoriana. Strenuo difensore della libertà individuale, progettò una grandiosa “Synthetic Philosophy”, ampio sistema scientifico e filosofico incentrato su quelle idee evoluzionistiche a cui tutt’oggi è associato il suo nome. Autore di trattati di filosofia, sociologia e biologia, quale pensatore politico le sue opere maggiori sono “Social Statics” (1851), “Political Institutions” (1876) e la raccolta di saggi “The Man versus the State” (1884).