Delitto a Geektopia
Tietoa kirjasta
Fantascienza - racconto lungo (29 pagine) - In un mondo alternativo dove i geek hanno preso il potere quella dell'investigatore privato non è una professione meno pericolosa
Cosa sarebbe successo se all'inizio del secolo scorso, quando ancora i media avevano reale influenza sull'opinione pubblica, il più importante imprenditore dell'informazione, William Hearst, avesse deciso di opporsi in tutti i modi alla guerra e alla violenza imponendo la cultura e la scienza?
Secondo Paul Di Filippo, gli Stati Uniti e buona parte del mondo avrebbero potuto diventare una specie di utopia dei geek. Un mondo dove conoscere la fantascienza, la cultura pop, la scienza sono valori assoluti e plasmano la società. In una girandola incredibile di citazioni e riferimenti, che farebbe andare in corto circuito anche Sheldon Cooper di Big Bang Theory, Paul Di Filippo costruisce un mistero e un'indagine che porterà a scoprire un grande segreto che potrebbe minare le confamenta stesse della geektopia.
Paul Di Filippo è nato nel 1954 a Providence, Rhode Island. È noto per essere uno scrittore eclettico, originale e mai prevedibile. I suoi racconti spaziano in tutti i sottogeneri della fantascienza. Ha esordito con grande successo nel 1995 con La trilogia Steampunk, a cui hanno fatto seguito nove romanzi – molti ancora inediti nel nostro paese – e nove raccolte di racconti. Il romanzo Un anno nella città lineare, uscito in Italia nella collana Odissea, è stato finalista ai maggiori primi del settore, e ha introdotto il Mondo Lineare, una delle sue creazioni più originali, un omaggio a grandi scrittori d’avventura come Edgar Rice Burroughs e Jack Vance, mondo al quale è tornato col recente La principessa della Giungla Lineare. Di Filippo esercita inoltre l’attività di critico letterario per le più importanti riviste americane di sf. Nel 2005 si è poi impegnato nella stesura di testi per fumetti, realizzando la mini serie Beyond the Farthest Precinct illustrata da Jerry Ordway basata sulla serie Top 10 creata da Alan Moore per la America’s Best Comics.
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