Fra i due mondi
Tietoa kirjasta
Ad uno ad uno, i vaporetti che da due ore ronzavano intorno al «Cordova» si allontanarono; e il «Cordova» restò per qualche tempo solo, fermo sulle àncore, in mezzo alla baia di Rio de Janeiro. Rivolto il viso verso la poppa, sul ponte di comando, dove il capitano della nave, il cavaliere Federico Mombello, aveva invitati la Gina e me a dar l’estremo addio alla città, io guardavo ancora una volta, aspettando che la nave salpasse, la azzurra e luminosa catena dei monti Tinguà, della Stella, degli Organi, che chiude a settentrione la baia; la erta corona di punte, di cuspidi, di obelischi, di denti, di creste che la sormontano; il fulgido e turgido festone di grandi nuvole bianche che in quel meraviglioso pomeriggio di primavera era appeso ai suoi fianchi: guardavo e pensavo che tra pochi minuti si chiuderebbe per sempre, nel volume della mia vita, uno di quegli episodi che non si ripetono....