Il giornalino di Gian Burrasca
Tietoa kirjasta
Il 17 febbraio 1907 Luigi Bertelli, che si faceva chiamare Vamba come il buffone di Ivanhoe, iniziò a pubblicare a puntate ne Il Giornalino della Domenica le esilaranti vicende di un certo Giannino soprannominato Gian Burrasca, fiorentino, famiglia borghese, anni nove, il quale ne combina di tutti i colori, facendo impazzire la sua famiglia e tutti quelli che hanno a che fare con lui; tanto che dopo mille tentativi di raddrizzare il ragazzo, i genitori, disperati, decidono di mandarlo in collegio: sarà l'inizio di una lunga serie di birbonate. Il ragazzo usa un diario, regalatogli dalla mamma per il suo compleanno, come confidente e amico al quale racconta le sue avventure con un linguaggio disinvolto e pieno di ironia, ivi comprese le punizioni che è costretto a subire ingiustamente, secondo lui.
La finezza psicologica di Vamba consiste, soprattutto, nell’elaborare un personaggio che il più delle volte agisce in base a un suo preciso codice morale e comportamentale, alternando eccessi di vivacità e qualche raro lampo di stizza a una disarmante e ingenua buona fede. Giannino, infatti, è convinto di agire bene, e non esita a mettere in atto quanto gli passa per la mente, senza prevedere neppure lontanamente le conseguenze delle sue azioni.
Pur essendo una sorta di romanzo di formazione, capolavoro della letteratura umoristica, mantiene la levità di una storia narrata per suscitare il sorriso in chi sa riconoscere nel protagonista un compagno di avventure che non si prende mai troppo sul serio.