La fabbrica
Tietoa kirjasta
"La fabbrica" si svolge a Milano ad inizio '900, nella parte povera e popolare di Milano. Case basse, rialzare abusivamente e precariamente per farci abitare, spesso al buio e all'umido, alla muffa onnopresente, manovali, operai, muratori, scalpellini... e le loro famiglie che, spesso, in caso di malattie e disgrazie ricorrono più frequentemente a riti scaramantici o alle preghiere ed una candela accesa in chiesa.
Alcuni di questi poveracci cerca di alzarsi dalla massa, arruffando denaro come possono, diventanto impresari e sfruttando a loro volta gli ex compagni di lavoro, ma gestendo le imprese con il solo obietttivo del risparmio e del profitto, malpagando, aumentando gli orari e diminuendo la qualità dei prodotti utilizzzati. Ecco così che nella ristrutturazione da lazzaretto e case di appartamnti popolari, proprio quando il lavoro è quasi finito con la posa del tetto e tutti stanno festeggiando con un pranzo offerto dall'impresario, avviene la tragedia.
Bruno Sperani, pseudonimo di Vincenza (Beatrice) Speraz, nata a Spalato, in Dalmazia nel 1839. Nata da Elena Alessandri, donna della vecchia nobiltà provinciale, e da Marino Pare-Spèrac, slavo di modeste origini. Rimasta orfana in giovane età di entrambe i genitori, viene allevata in Istria da parenti della madre.
Beatrice Speraz è un’acuta osservatrice e una pensatrice. Vive in un'epoca drammatica, nella quale la lotta di classe sobbolliva in ogni luogo di lavoro ma ancora non aveva la forza di smuovere le masse. I romanzi sociali di Beatrice Speraz parlano proprio di questo momento di transizione fra le disgrazie, la vita stenta ed a volte la morte, e l'inizio delle lotte operaie di inizio '900. Realista e verista più di tanti altri scrittori uomini famosi per essere realisti e veristi.