La poltrona del barbiere
Tietoa kirjasta
Con l'ideale seguito de "Il salone del barbiere" ci tuffiamo in un'atmosfera meno rurale e forse più attuale. Si tratta di dodici racconti di natura eterogenea ma col comune denominatore di una intelligente ironia. La cifra umoristica è inalterata rispetto al primo libro: Di Bella affonda la penna nel grottesco e nell'eterna ossessione del facile arricchimento. Racconta il dileggio per il diverso, la difficile emancipazione degli immigrati, il tragicomico sfidare la sorte da parte degli sfigati, l'accanimento da parte dei governi che chiudono scuole e ospedali, l'eterna sfida tra i forti e i deboli, nello scardinamento dei luoghi comuni. I singoli episodi, si emancipano dalla vicenda per diventare metafore del nostro vivere e delle nostre inquietudini quotidiane. In alcuni racconti si respira l'aria della novella, con dialoghi serrati e vividi da sembrare sceneggiature cinematografiche. In altri, troviamo il semplice gusto di donare un aneddoto a un lettore che di questi tempi trova che ci sia "poco da ridere". Lo stile e il linguaggio sono quelli inconfondibili di Mario Di Bella, in cui convivono sapienza lessicale e ineludibili rimandi dialettali. All'interno - come in tutti i volumi Fermento - gli "Indicatori" per consentire al lettore un agevole viaggio dentro il libro.