L'anima di Antonio
Tietoa kirjasta
Dare voce a chi non ha voce: questo è l’intento di “L’anima di Antonio – Storia di un operaio metalmeccanico morto sul lavoro”. Chi sicuramente non ha voce per raccontare la propria storia è il protagonista del racconto, l’operaio manutentore Antonio, morto il 24 settembre 2019 in una fabbrica della provincia di Frosinone. Antonio è morto schiacciato tra due stampi del reparto lastratura mentre è addetto al cambio stampi di una pressa, ma la sua anima, per disposizione dell’Uno, vaga ancora qualche mese tra le officine della fabbrica, assistendo in prima persona al suo post mortem. Antonio, 35 anni, è un operaio modello: mai uno sciopero, mai un’assemblea sindacale, mai una tessera sindacale, mai una protesta, mai un giorno di malattia, sempre puntuale, sempre disponibile al lavoro straordinario, sempre pronto a coprire il caposquadra quando questo combina qualche cazzata, sempre ossequioso. È l’operaio che tutti i capisquadra vorrebbero avere. Ma dopo la sua morte, Antonio scopre tutte le dinamiche che si celano dietro a un incidente sul lavoro e inizia a ricredersi sul concetto di fedeltà e lealtà aziendale. La storia post mortem di Antonio, per quanto surreale e frutto dell’immaginazione, è la storia dei tanti operai che ogni anno muoiono sul lavoro.