Le fiamme dei Balcani
Tietoa kirjasta
Guerre e amori, affetti e odi politici, ideologici e nazionali: sono tutti fattori che si mescolano nella trama del racconto che Di Donato sa sapientemente descrivere, facendo intravedere filoni nascosti che legano in maniera sorprendente avvenimenti degli anni Quaranta risalenti alla seconda guerra mondiale con quanto avvenuto più di recente negli anni Novanta nella Jugoslavia poi disgregata dalle sanguinose guerre interne. Il romanzo nasce come un lungo viaggio alla ricerca della soluzione di un mistero che ha attanagliato per molti anni la vita del protagonista, venuto a conoscenza di un preciso disegno per ucciderlo, ed assume via via le sembianze di un vero giallo storico in cui Antonio Fabris vuole capire e conoscere i motivi per i quali nel 1943 era stato a sua insaputa condannato a morte dai partigiani comunisti jugoslavi. Ecco allora che gli interrogativi legati al passato e a quanto gli avvenimenti storici possano influenzare, molto spesso in modo drammatico, la vita delle persone, trovano una chiara risposta positiva nelle pagine del racconto.
Anche gli altri personaggi, che si muovono in epoche successive e in altre realtà geografiche, contribuiscono a instradare la vicenda verso la soluzione del mistero che trova infine la sua conclusione, in parte grazie al caso, in parte per merito dei giovani Mirna e Ivan, la cui complicata storia d’amore è parimenti influenzata in maniera determinante dalle vicende della guerra tra Serbi e Croati del 1991. Il lungo conflitto che insanguinerà fino alla metà degli anni Novanta (ed oltre, con lo strascico conclusivo del Kosovo) la penisola balcanica porterà i vari personaggi a confrontarsi con sé stessi ed a mettere in discussione tutte le convinzioni che avevano avuto fino a quel momento. Antonio Fabris tenterà di andare a fondo nel proprio passato ricercando per lungo tempo il suo mancato ed inafferrabile sicario, il comunista serbo Mirko Marinic; Mirna e Ivan affronteranno pericolose e drammatiche situazioni trovandosi a diretto contatto con le tragedie della guerra civile e con le scelte spesso terribili ed irreversibili che ogni conflitto porta con sé. (Dalla prefazione di Guido Rumici)