L'impronta del gatto
Tietoa kirjasta
"L’impronta del gatto" è un romanzo poliziesco del 1940 dello scrittore italiano Augusto De Angelis, undicesimo della serie dedicata alle indagini del commissario De Vincenzi della squadra mobile di Milano.
Sono le zampette di un gatto, "Satana", un gatto nero bello grosso, impronte rosse su un fazzoletto bianco, rosso sangue, che portano il commissario De Vincenzi via dalla "bella società" e di nuovo giù nei quartieri popolari fatti di palazzoni pieni di persone modeste e parche, alcuni immigrati, altri ladri, truffatori o mezze calzette della criminalità che si datano di volta in volta ad approfittare di quel che capita, i classici tagliatori di borse.
Un avvocato chiamato "avvocato dei gatti" e la scomparsa della signorina Loïs fanno da contorno. Ma le impronte rosse di Satana porteranno il commissario De Vincenzi fino alla scoperta dell'assassino?
Augusto De Angelis (Roma 1888 – Bellagio 1944) è stato uno scrittore e giornalista italiano. Scrisse poco meno di una ventina di romanzi polizieschi, nella maggior parte dei quali è protagonista il commissario De Vincenzi, capo della squadra mobile di Milano, un personaggio arguto ma molto umano, creando una sorta di Maigret italiano ante litteram.
Nonostante il buon successo dei suoi romanzi, tuttavia, De Angelis non poté goderne a lungo: la censura del regime fascista infatti impose il sequestro del romanzi noir nonché la chiusura dei gialli Mondadori, perché, per motivi propagandistici e di ordine pubblico, tendeva a far scomparire il crimine dalle cronache e dalla letteratura. Fu arrestato con l'accusa di antifascismo ed uscito di prigione nel 1944 ebbe la sfortuna d'incontrarsi con un "repubblichino" che lo aggredì con pugni e calci, tanto da causarne la morte.
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