«Questo è il sentimento che riempie di sé tutta l'opera leopardiana: la desolata nostalgia d'una felicità sconosciuta ed assurda, la disperata aspirazione verso un mondo migliore. Nelle più riuscite fra le "Operette", come nei "Canti", la poesia non nasce dalla brutta realtà ma dal vano bisogno di superarla... Così nelle "Operette" come nei "Canti" questa realtà grigia si disegna sul fondo luminoso di un ideale: e l'impressione dominante è quella di una delusione non rassegnata».