Sciarada madrilena
Tietoa kirjasta
Naturalmente, nulla è meno vero del sottotitolo di questo affascinante e complesso romanzo epistolare: "quando il romanzo si scrive da solo". Eppure, come tutti i romanzi epistolari ben riusciti, sembra quasi un frutto del caso, e il ruolo dell’autore sembra essere solamente quello di chi riordina e pubblica un plico di carte trovate in modo fortuito, e dalla cui semplice giustapposizione sbocciano complesse storie che si intrecciano e coinvolgono magicamente il lettore.
Scrivere un romanzo epistolare richiede esperienza e lucidità, oltre che capacità creativa e Sonia Piloto, non contenta di scrivere un singolo romanzo epistolare, ne ha incastrati due, uno nell’altro, il primo fatto di e-mail, spesso venate di sottile umorismo, tra Miguel e Carla, a Madrid per motivi di studio, e Cesare Graves, esperto di diplomatica e loro amico, e un secondo romanzo, tratto da un plico di lettere e carte che Miguel e Carla acquistano per caso a un’asta, e che permetteranno la ricostruzione delle vicissitudini di una grande famiglia argentina tra il 1873 e il 1930, la cui storia si dipana tra Vecchio e Nuovo Mondo, tra la vita elegante e brillante delle Ambasciate parigine, lo sfarzo della corte dei Romanov, le traversate dell’Oceano in nave, lussuose per i passeggeri facoltosi e assai meno comode per i poveri emigranti che, dall’Italia, vanno a cercare in Argentina una possibilità di sopravvivenza. Soprattutto, però, il romanzo ricostruisce il clima di Los Paraisos, una estancia perduta nella pampa argentina, dove vive la ricca famiglia de Vera, che appartiene alla classe dominante, discendente dagli Spagnoli, e che si contrappone alle negradas, le popolazioni autoctone, quasi dei servi della gleba.
Un romanzo rigoroso e accattivante che, se pure opera di fantasia, poggia su solide basi di ricerca e su una profonda conoscenza della storia e della cultura argentina.
Piera Rossotti Pogliano