In un’epoca, l’Umanesimo, in cui l’uomo viene collocato al centro del mondo, Michel de Montaigne compie nei Saggi uno straordinario viaggio all’interno di se stesso per scoprire un’identità in movimento, coacervo di feconde contraddizioni, che suppone la certezza di conoscere, mentre «sapere molto porta l’occasione di dubitare di più». Critico impietoso della società umana, dei suoi inutili fasti e delle certezze dogmatiche, con la sua arguzia paradossale non propone teorie e sistemi filosofici; diffidando della ragione ne mette in luce la claudicanza epistemica ed etica. La sua opera è una spietata indagine sull’io, nel tentativo di coinvolgere anche il lettore in un percorso interiore senza ipocrisie, condotto con la stessa disarmante onestà.