DELUSI DALL'ULTIMO LIBRO CHE AVETE ACQUISTATO E LETTO DOPO CHE AVEVA VINTO L'ENNESIMO PREMIO? NON CAPITE PERCHÉ ABBIANO DATO IL NOBEL PER LA LETTERATURA PROPRIO A QUELLO SCRITTORE MAI SENTITO PRIMA?
Autori pluri e mai premiati raccontano la verità, ma proprio tutta la verità sul mondo dei premi letterari
Hai voglia a dire che i premi non contano. Di solito chi dice così è perché non li vince. Che siano Oscar o Palloni d'oro, Pulitzer o riconoscimenti alla carriera, davvero i premi sono soltanto «ciambelle di salvataggio lanciate a qualcuno che ha già raggiunto la riva» come sostenne George Bernard Shaw rifiutando i soldi del Nobel? Chi legge e scrive libri sa che alcuni premi possono proiettare un romanzo dritto in classifica, altri invece fanno solo curriculum e di soldi nemmeno a parlarne, ma la maggior parte li devi andare a ritirare in oscuri paesi appenninici dove comunque arrivi sempre secondo dietro la celebrità locale. Qui, dall'alto dei loro scranni, giurie di inossidabili carampane e venerati maestri decretano l'ingresso o l'esclusione dal grande olimpo della letteratura commuovendosi per due metafore neanche fossero gli occhi oceanici di Miss Cotonella a Salsomaggiore Terme. E gli scrittori? Come in tutte le discipline ci sono gli specialisti, i vincitori di allori seriali, ma anche chi non ci si avvicina nemmeno di striscio, chi affetta noncuranza e chi briga dietro le quinte. Per saperne di più bisogna leggere questo libro, in cui autori pluri e mai premiati si tolgono tutti i sassolini e talvolta qualche macigno dalle scarpe, svelano gli altarini e gli scheletri nell'armadio, ma soprattutto ci regalano dei racconti che davvero meriterebbero un qualche trofeo. In attesa che voi lettori scegliate il migliore, noi ci portiamo avanti e brindiamo «alla salute del vincitore, con un bicchierino pieno di livore».