Niels Bohr è stato fra gli artefici della rivoluzione quantistica. Ha sfidato alcuni capisaldi della meccanica classica, primo fra tutti il principio di causalità fra eventi fisici, per sposare una nuova interpretazione della realtà. A ventotto anni ha elaborato un modello dell’atomo, il cosiddetto atomo di Bohr, in grado sia di spiegarne la stabilità sia di dare conto della capacità degli elementi di emettere e assorbire luce, che gli è valso il premio Nobel nel 1922. Dalla sua scoperta sono scaturiti i concetti di incertezza, di indeterminazione, di probabilità nel mondo subatomico e, per traslato, nella natura in generale. Ha anche introdotto il concetto di complementarità, che ha cambiato del tutto il nostro modo di guardare l’universo e ci ha portato la consapevolezza dell’impossibilità di trovare una interpretazione univoca in grado di spiegare contemporaneamente tutte le caratteristiche dei fenomeni fisici.