La fama di Robert Boyle è legata alla legge dei gas che porta il suo nome, ma il chimico irlandese ha fatto molto di più. Ha depurato la chimica dai retaggi aristotelici e dagli elementi di alchimia e misticismo, inserendosi in quel movimento di scienziati che, fra Seicento e Settecento, hanno lavorato per trasformare la filosofia naturale in una scienza esatta. Ha ipotizzato che gli elementi naturali siano composti da “corpuscoli” (quasi una prefigurazione della teoria atomica della materia) e dimostrato l’esistenza del vuoto. La sua visione empirista e sperimentalista lo ha portato a interrogare la natura con esperimenti rigorosi e precisi, per i quali realizzava lui stesso strumenti e materiali. Insofferente all’essenza dogmatica dell’insegnamento dell’epoca e fautore del libero confronto fra gli scienziati, sarà uno dei fondatori della Royal Society, la più antica associazione scientifica inglese e ancora oggi una delle più importanti.