Dodici discorsi morali storici e politici
Description of book
A segnalare l'importanza di Alberto Radicati fra gli intellettuali del primo Settecento italiano ed europeo fu Pietro Gobetti, che sentì fortemente l'attrazione di quella figura di nobile ribelle, democratico, anticlericale e proto-comunista. Del conte di Passerano, da lui definito «primo illuminista della penisola», Gobetti ha tracciato, nel suo Risorgimento senza eroi, un ritratto pieno di forza e vivacità poi ripreso, precisato e approfondito da Franco Venturi.
I Discorsi uscirono a Londra nel febbraio del 1734 col titolo Twelve Discourses concerning Religion and Government. L'edizione che oggi presentiamo del capolavoro radicatiano colma una lacuna quasi incredibile: a oltre duecentosettant'anni dalla pubblicazione delle sue versioni inglese e francese, il più nobile manifesto anticlericale del primo Settecento italiano non era mai stato stampato prima d'ora nel nostro paese. Eppure i Discorsi costituiscono un'importante testimonianza del pensiero illuminista: un atto d'accusa contro l'opera profondamente corruttrice della fides mercenaria che pretende «di conciliare, per mezzo di numerosi riti superstiziosi, una vita malvagia con la speranza della salvezza eterna».
Radicati si richiama alla parola di Gesù per rimproverare alla Chiesa la sua decadenza morale e la sua volontà di dominio terreno; propone la nomina degli ecclesiastici da parte dello Stato, la confisca dei beni ecclesiastici, la sottrazione ai religiosi dell'insegnamento, l'abolizione dell'Inquisizione.