Il giorno prima del voto
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Il giorno prima del voto. Un brutale fatto di sangue scuote l’atmosfera in apparenza quieta e imperturbabile delle Langhe: l’ultima discendente di una famosa famiglia di produttori di Barolo viene trovata uccisa nella sua cantina con un forcone conficcato nella schiena. Negli stessi giorni, a Torino, la campagna elettorale per il nuovo sindaco è al suo clou. Tra un’asta di beneficenza frequentata dal bel mondo dei vip (o presunti tali), la comparsata elettorale di un ministro in cui si schiera compatta tutta la città che conta (o che vorrebbe contare) e un dibattito senza esclusione di colpi (bassi) tra candidati, sulla scena politica si scontrano gruppi di potere opposti: la vecchia guardia, incerta se consegnarsi ai giovani leoni di casa, e i nuovi barbari giunti da fuori. Intanto, nelle Langhe, Serena Valente, giovane maresciallo dei carabinieri, meridionale, del tutto estranea al mondo chiuso della provincia, e uno stagionato giornalista bohémien indagano sul delitto, ciascuno per conto proprio, per scoprire i fili segreti che collegano la cantina sui bricchi e le stanze ovattate del potere economico torinese. Unico sospettato per il crimine: un lavorante macedone, sparito subito dopo il dramma. Ma c’è ben altro, dietro l’omicidio...
«Come mai lontana dalle Langhe? È qui per la sua indagine o perché interessata alla politica?» le domandò una voce che giungeva alle sue spalle. «Come vede non sono in divisa e, come sa, non voto a Torino», rispose pronta il maresciallo Serena Valente stringendo la mano all’avvocato Rodolfo Serra, vestito, al pari dei due contendenti, anche lui di scuro. Come se quello fosse un appuntamento di gala. «Lei, invece?» replicò incuriosita. «Per dovere», scherzò il legale. «Vede, che Torino sia sempre stata una città di sinistra è un falso mito. Torino è stata una città dove la sinistra era forte, in virtù della Resistenza, delle lotte operaie, dei suoi leader carismatici. Ma ha governato, è stata maggioranza, ha preso il potere perché così ha deciso la borghesia locale, ben diversa da quella di altre città. Un tempo si sarebbe detto una borghesia liberale, illuminata», si sentì in dovere di spiegare mentre sorrideva. «Ed è ancora così?» s’interessò Serena. «Quel mondo semplicemente non esiste più. E quello nuovo non ho ancora deciso se mi piace», rispose, facendo intendere che, in realtà, non gli piaceva affatto.
Il clamoroso esordio di un duo inedito: Michele Paolino, autore di noir raffinati e originali, e Sergio Chiamparino, già sindaco di Torino e presidente della Regione Piemonte. Una storia ferocemente attuale. Che non ha paura di rompere gli schemi del genere.