La missione del dotto
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Chi è il dotto? Qual è il suo ruolo nella società? Quali sono le sue competenze specifiche e la sua funzione? E cosa s'intende quando si parla di una sua missione o destinazione? Sono queste le domande che Fichte affrontò in un corso di lezioni tenute all'Università di Jena nel 1794.
Il successo straordinario tra il pubblico del tempo mostra non solo il sèguito che Fichte era capace di suscitare ma anche il fatto che il tema affrontato non era unicamente destinato a specialisti. Nel delineare la figura del dotto Fichte approfondisce la propria idea di società (e la differenza rispetto allo Stato) come un'articolazione dinamica che funziona grazie alla cooperazione tra diverse professionalità. Inoltre ci parla del modo in cui il soggetto costituisce la sua identità, della relazione tra ragione e sensibilità, della concezione aperta e progressiva della storia, di un innovativo modello di cultura, e infine della critica mossa a Rousseau. Quel che ne risulta è uno scritto limpido e agile che fornisce uno spaccato magistrale del pensiero filosofico di Fichte ma insieme spunti stimolanti per continuare a riflettere sulla funzione educativa e su quella intellettuale, sulle prerogative, gli obblighi e le responsabilità rispetto alla società, su chi non è dotto, su chi non lo sarà e su chi aspira a diventarlo.