Il bullismo in tutte le sue declinazioni è un fenomeno odioso. Il punto di partenza per combatterlo è la sua piena conoscenza. A casa come a scuola. È però un errore collegarlo alla sfera economica delle persone, perché esistono bulli sia poveri che ricchi. Nell’immaginario collettivo il bullo deve necessariamente essere il figlio di un pregiudicato, di un miserabile o, perché no, di un extra comunitario filo-jihadista. E invece no. Anzi, sempre più di frequente il fenomeno è riferito a figli di famiglie agiate. E ormai al bullismo s’è affiancata un’altra forma di sopruso non meno violenta e pericolosa: il cyberbullismo. Qui spieghiamo che cosa sono il bullismo e il cyberbullismo, come nascono e come fare a riconoscere e a combattere un fenomeno sociale dilagante. Arricchisce il tutto la testimonianza diretta di vittime e di loro parenti. Senza dimenticare che se un figlio è un bullo, i genitori hanno le loro grandi responsabilità.
“Curiamo di più i nostri figli, non con divieti o permessi, ma attraverso un’osservazione del loro modo di diventare adulti, certamente rispettosa della loro libertà, ma non per questo meno attenta”. (Maurizio Costanzo)
“Da sportiva e da mamma considero il bullismo e il cyberbullismo due brutte bestie: è importante conoscerle e capirle per aiutare le vittime a difendersi dai bulli reali e virtuali”. (Giulia Quintavalle)