In questi versi si configura il manifesto poetico di Ciro Vespa che torna in libreria con una nuova silloge nella quale la ricerca dell’ispirazione non è forzata ma trova una linfa naturale nell’incontroscontro tra il suo subconscio e un panteismo che ricerca ossessivamente e che diventa catartico. Ma non è una catarsi immediata e definitiva quanto piuttosto l’inizio di un percorso nel quale si affastellano sentimenti, sensazioni, riflessioni che non prescindono dal dualismo dell’animo ma che diventano, anzi sono poesia.