Nella piccolezza dei gesti e delle situazioni che la realtà ci propone quotidianamente, il Poeta vede il riverbero dell’Infinito, nella molteplicità l’esaltazione dell’Uno che ci dona una Vita senza limiti nella Verità, Bontà e nella Bellezza. L’Opera qui proposta esprime la coscienza di vivere in una contingenza, spesso tragica, che riesce però a elevarsi grazie ad una spinta centripeta, ove il punto centrale di attrazione non è la terra e l’umana avventura, ma è Dio stesso e la sua umana e divina compassione.
Questa Silloge, appena pubblicata, ha ricevuto la Menzione d'Onore al V° Premio Internazionale di Letteratura «Salvatore Quasimodo», nell'edizione straordinaria del Premio per il 60° anniversario del conferimento del Premio Nobel per la Letteratura al grande Poeta italiano.