Caracalla
Dal Principato al governo dei despoti
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La dinastia dei Severi fu l’ultima rappresentante del periodo imperiale che va sotto il nome di principato, e riuscì comunque a tenere in piedi l’impero in un momento di crisi e guerre civili. Con Settimio Severo, che prese il potere con le armi, la figura dell’imperatore cominciò a trasformarsi in quella di un monarca sacro, un dominus ac deus, per il quale contava soprattutto l’esercito. Gli succedette il figlio Caracalla, il più famoso della dinastia, uomo di smisurate ambizioni, che per prima cosa soppresse o fece sopprimere il fratello co-imperatore Geta. Anch’egli guardava all’esercito e alla potente guardia pretoriana, per guadagnarsi il favore dei quali non esitò a prosciugare le casse statali. Ma Caracalla è passato alla storia principalmente per l’editto del 212 con cui concesse la cittadinanza romana a quasi tutti gli abitanti dell’impero. Un gesto sulle cui motivazioni gli storici ancora dibattono, dato l’atteggiamento non propriamente filantropico dell’imperatore. Probabilmente agì per motivi fiscali, perché la cittadinanza romana richiedeva il pagamento di ulteriori tasse (che non sopprimevano quelle già imposte ai provinciali); forse per ingraziarsi gli abitanti dei territori lontani, e non ultimi gli stessi dèi, con un gesto di munificenza puramente di facciata. Fu assassinato da un soldato, per motivi mai chiariti.