Indefiniti e disuguali
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La realtà è qualcosa di oggettivo, o esiste soltanto nella mente di ciascuno di noi?
Difficile domanda, a cui nei secoli tanti filosofi hanno cercato di rispondere. I personaggi “indefiniti e disuguali” di questi racconti, invece, non sempre si pongono questo interrogativo, o almeno non tutti: non certo, nel racconto Il catalogo, l’assessore alla cultura di Pontemaso, Antonello Piropo, per il quale conta soltanto la convenienza politica, anche a scapito della verità, mentre il libraio Arcibaldo Torelli conclude che la Storia non è mai neutra e che spesso è in conflitto con la memoria.
E il professore che ha sentito suonare troppe volte la prima ora, come si salva? Semplice: ama quello che fa, anche se l’amore è sovente in conflitto con la realtà della scuola.
“Noi siamo quel che siamo stati, soprattutto nei primi anni di vita” osserva Pier Paolo nel racconto Un’altra storia. Senza il passato, non siamo nulla e la realtà è la sua storia con Vera. Ma è una realtà di coppia, non vale per gli altri.
Chissà quale realtà osserva il cagnolino rappresentato nella Visione di Sant’Agostino di Vittore Carpaccio? E qual è stata la realtà di Pico, il pesce rosso?
Insomma, ognuno di noi si racconta il suo pezzetto di verità.