Quando usciva dal Cinema Mirone, quel tornado di ragazzina si sentiva Jean Gabin dalla testa ai piedi. Ribelle, appassionata, braccata come lui, con una sigaretta immaginaria all'angolo delle labbra, Goliarda girava per la casbah di Catania come Jean per quella di Algeri. Poi se ne tornava a casa, dalla sua grande famiglia irregolare, resistente, chiassosa come una nave in festa. Io, Jean Gabin racconta tutto questo raccontando un pugno di giorni. È un tassello di quella che Goliarda Sapienza chiamava «autobiografia della contraddizioni»