L'intelligenza non è artificiale
Description of book
Il numero analizza la natura e gli usi geopolitici dell’intelligenza artificiale (Ai), ultima frontiera della competizione tra grandi potenze. Siamo già nell’ era delle “macchine che apprendono” (il cosiddetto machine learning) ma l’algoritmo non è ancora in grado di sostituire definitivamente l’uomo nei processi decisionali.Del resto, ciò non è neanche nell’interesse di grandi attori quali Stati Uniti, Repubblica Popolare Cinese e Russia quando si tratta di tracciare la propria traiettoria strategica. Questi semmai considerano l’Ai quale moltiplicatore delle proprie capacità, giacché può essere usata per rendere più efficiente l’economia, monitorare le rispettive società, conoscerne e indirizzarne le abitudini, migliorare le proprie capacità militari.La prima parte è dedicata alla sfida cinese al primato tecnologico americano. Pechino incentiva la ricerca accademica e la crescita di aziende quali Baidu, Alibaba, Tencent, Hikvision e SenseTime per dotarsi di strumenti con cui sorvegliare la popolazione (vedi l’uso riconoscimento visivo e vocale), migliorare la qualità della vita e mettere l’Esercito popolare di liberazione in condizione di combattere le guerre del futuro. A cominciare da quella che potrebbe scoppiare con gli Usa per Taiwan. A frenare la corsa della Repubblica Popolare è la dipendenza dai software e dagli hardware realizzati dall’America e dai suoi soci.La seconda parte è dedicata ad altri attori coinvolti nella partita sino-statunitense: Italia, Russia, Giappone e India. Il nostro paese non può competere con Usa e Cina nel campo dell’Ai, ma può usare le proprie eccellenze tecnologiche per crescere economicamente e diventare più produttiva.La terza sezione, “echi dalla Guerra Grande”, si concentra sugli sviluppi e le conseguenze più recenti dell’invasione ancora in corso dell’Ucraina da parte della Russia.Limes si basa sull'incrocio di competenze e approcci molto diversi. Ad essa collaborano infatti studiosi (storici, geografi, sociologi, politologi, giuristi, antropologi eccetera) ma anche decisori (politici, diplomatici, militari, imprenditori, manager eccetera), in uno scambio aperto di opinioni e in una feconda contaminazione di approcci. Salvo le opinioni apertamente razziste, in quanto tali avverse a un dibattito aperto e paritario, tutte le idee politiche e geopolitiche hanno pieno accesso alla rivista.Essa si fonda infatti sul confronto contrastivo di rappresentazioni e progetti geopolitici diversi o anche opposti. L'essenziale è che essi siano riconducibili a conflitti di potere nello spazio (terrestre, marittimo, aereo), e che siano quindi cartografabili.L'uso di cartine geopolitiche è quindi essenziale per sviluppare il confronto, e su Limes infatti la cartografia abbonda.