Rapita
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La giovane Bessa si avventura nel ghetto per far visita all’amica Linnea, ma non fa più ritorno a casa. Le indagini vengono affidate all’umano capitano Montego e al goblin capitano Ves Rhodaan. Le giovani sparite nel ghetto sono numerose. Le denunce non sono state prese in considerazione visto che si tratta per lo più di famiglie misere che vivono ai margini della società.
Durante le indagini Montego viene a conoscenza di un intrigo fra la Sovrintendenza al Territorio e il Vicariato elfico, che tenta di ottenere nuove terre corrompendo i Consiglieri. Il comandante Verimhaar decide di rivolgersi alla magistratura e contatta l’irreprensibile giudice Delém Fortemano.
I rapitori vengono arrestati con una trappola, ma si chiudono in un ostinato mutismo, però i loro ritratti vengono riconosciuti: sono due goblin molto vicini al culto del Custode della morte. Montego s’intrufola nel tempio, non trova donne, ma fa una scoperta molto più angosciante.
Le indagini del magistrato vanno avanti e l’ufficiale umano è chiamato a testimoniare sui documenti in cui era entrato in possesso e le persone coinvolte.
Un terzo rapitore viene riconosciuto: un umano che lavorava alla Sovrintendenza ai Culti. Il capitano Montego è pronto a interrogarlo, ma è stato denunciato per violazione di un luogo di culto, abuso di potere e omicidio, rischia di essere radiato dall’Ordine della Guardia.
Il caso del rapimento non sembra fare nessun passo avanti. Il clero del tempio della morte è stato rilasciato e gli arrestati non parlano. A questo punto Ves Rhodaan usa le sue conoscenze nei bassifondi e, con l’aiuto di nuovi testimoni, identificano un prigioniero che sembra essere il contatto coi mandanti.
Sul fronte delle indagini governative il giudice Fortemano riesce a portare i colpevoli a processo, sperando di risalire ai corrotti al governo.
Le indagini sui rapimenti si stringono sempre di più intorno ai mandanti, finalmente l’Ordine della Guardia ha tutte le carte in mano per una formale accusa alla Gilda più potente di quel mondo.