Gobetti era o non era un liberale? Come si conciliava il suo professato liberalismo con l'entusiasmo per l'esperienza dei soviet? Ed era di destra o di sinistra? Su queste domande si è spesso esercitata la critica. Oggi è forse giunto il momento di considerarlo per quello che è: un autore paradigmatico che si colloca storicamente in quei tumultuosi anni in cui le istanze contrapposte della futura "ideologia italiana" si contaminavano e misuravano ancora in modo non ben definito. La sua capacità di dialogare con tutti i protagonisti della cultura dell'epoca, di prendere il buono da ognuno di loro, si univa a una capacità di introiezione psicologica di cui i ritratti qui presentati sono un esempio calzante. Coi suoi pregi e i suoi limiti, Gobetti è al crocevia di diverse tendenze, immerso in quel vitale crogiuolo da cui si sarebbero generate le nostre culture politiche. Non fosse altro che per questo, va letto e studiato.