Maratona
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Nella seconda metà del VI secolo a.C., l'impero persiano aveva raggiunto la sua massima estensione, arrivando fino all'Egeo orientale. Tra le popolazioni sottomesse c'erano anche le città dei Greci d'Asia Minore, governate da tiranni che agivano d'intesa con i Persiani. Nel 499, le città della Ionia si ribellarono ai Persiani, ricevendo sostegno anche dagli Ateniesi. Il sovrano persiano Dario I organizzò una spedizione punitiva contro la Grecia portando le sue truppe alle porte di Atene. Era evidente, agli occhi degli Antichi, che in gioco ci fosse non solo la distruzione della città, ma l'occupazione di tutta la Grecia.
I Persiani scelsero la pianura di Maratona, a soli 40 chilometri dalla
polis greca, con una flotta imponente, fanti, arcieri, cavalleria. Gli Ateniesi, con l'aiuto dei Plateesi, accorsero guidati da Milziade e decisero di attaccare. Erano in grande inferiorità numerica e potevano contare solo sugli opliti, i fanti con lancia in formazione a falange. Ma furono questi l'arma decisiva: stravolgendo le classiche tattiche di guerra dell'epoca, i greci attaccarono in massa, correndo, l'esercito persiano che si diede alla fuga. Le truppe ateniesi riuscirono così a sbaragliare gli invasori, che fecero ritorno in Asia.
Questa vittoria inaspettata rappresentò per gli Ateniesi un evento paradigmatico, un episodio cui ispirarsi, anche in epoche successive, per ritrovare forza, coraggio e spirito di coesione, come dimostra la vittoria, dieci anni dopo, nella Seconda guerra persiana.