Una nuova avventura a tinte più nere che mai per il biblioterapeuta Vince Corso, un enigma che lo porta a interrogarsi sul potere minaccioso e salvifico delle parole.
“Questa storia è nata in un carcere. Un detenuto albanese mi rivelò, in un incontro, il vero significato dell’antico soprannome della mia famiglia, Vrascadù. Avevo sempre creduto che volesse dire Braccia Cadute e fosse una contrazione del siciliano. Si trattava invece di una frase arbëreshë; il ragazzo mi consegnò la traduzione su una pagina strappata che ho portato con me per anni: Uccido chi voglio.”