La dama di compagnia (Illustrato)

Un vero capolavoro, scritto dalla regina del Giallo, Marie Belloc Lowndes, un “inverter story” che ti catturerà all’istante…

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Londra. Battista Raydon, un ricco e meschino borghese di Londra, viene trovato morto, avvelenato con l’arsenico.

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La bella e giovane moglie Eva, una scialacquatrice, amichevolmente legata a uno storico spasimante e detestata dalla parsimoniosa suocera, diventa la prima sospettata dell’omicidio.

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Battista ed Eva, dopo il loro matrimonio, erano andati a vivere in un’incantevole magione nella campagna appena fuori Londra, un bucolico cottage denominato Il Mulino, alla cui organizzazione si è sempre dedicata con efficienza Adele Strain, governante e dama di compagnia, personaggio chiave del libro, amica di vecchia data di Eva.

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Adele, ancora giovane ma precocemente sfiorita e priva di bellezza, riesce a far quadrare il bilancio, nonostante le dispendiose abitudini di Eva, che si contrappongono alla natura avida e gretta di Battista, che si rifiuta perfino di concedere all’amatissimo figlio di Adele di andare a trovare la madre a Il Mulino per non dovergli dare da mangiare.

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… Il conflitto tra la dispendiosa moglie e il controllato marito giunge al culmine quando alcuni creditori si presentano a Battista reclamando debiti per quasi tremila sterline, una somma enorme per il tempo.

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Battista obbliga allora la moglie a intaccare pesantemente la sua rendita di vedova di guerra per pagare i debiti, ma proprio in quei giorni l’elegante e piacente Giacomo Mintlaw, vecchia fiamma di Eva, ritorna ricchissimo dal Canada e subito ricontatta la giovane donna, che ai vecchi tempi si limitava a flirtare con lui, senza pensare a far le cose seriamente, mentre per Giacomo lei era rimasta l’amore della vita.

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Rivedendolo di nascosto dal marito, la donna, intimamente lusingata da queste attenzioni, seppur sposata ricomincia con nonchalance quello snervante gioco d'amore…

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Uno strabiliante giallo del tipo inverter story, uno dei maggiori capolavori del giallo classico, da avere assolutamente nella propria biblioteca domestica.

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Perché sinceramente da tempo non mi capitava di leggere un dramma d’anime tanto lucido ed efficace, e un tale ritratto al vetriolo della ricca borghesia inglese degli anni Venti. Sarà che quell’epoca ha su di me un fascino irresistibile, sarà che l’autrice abbonda in particolari e sfumature tali da restituircela con grande vigore, fatto sta che sono irrimediabilmente innamorato di questo libro, e vorrei tanto ma tanto poterlo ritrovare nelle librerie. (Omar Lastrucci)