“Perché mai alle bombe atomiche dei nostri nemici dovremmo aggiungere il suo libro?” Scritto negli anni Cinquanta, Vita e destino fu ritenuto così pericoloso che il KGB confiscò non solo il manoscritto ma anche i nastri della macchina da scrivere. Bruciante riflessione sul male nel ventesimo secolo, il romanzo intreccia al racconto della battaglia di Stalingrado le piccole e grandi storie di una moltitudine di personaggi – vittime e carnefici, eroi e traditori, gente comune e tiranni assoluti –, dando vita a un affresco imponente, un’opera imprescindibile del Novecento.