Aminta è un giovane pastore che si innamora della bellissima ninfa Silvia, la quale però - seguace della dea Diana e dedita unicamente alla caccia - rifiuta il suo amore. L’amico Tirsi e la ninfa Dafne tentano invano di aiutare il pastore. Questo è l’inizio dell’“intreccio” della favola pastorale in cinque atti Aminta, scritta in endecasillabi e settenari da Torquato Tasso nel 1573. In appendice, sempre del Tasso, l’epilogo Amor fuggitivo, che venne incluso nell’edizione ferrarese dell’Aminta del 1581.