«Questo libro tratta insieme d'un trapasso d'adolescenza in gioventù e d'un trapasso di pace in guerra: come già per moltissimi, per il protagonista del libro "entrata nella vita" e "entrata in guerra" coincidono. Qui la guerra è una cosa di cui ancora poco si sa: sono i primi tempi dell'intervento italiano in quello che si dirà il secondo conflitto mondiale; e il protagonista è un ragazzo sotto vari riguardi privilegiato, sottratto al dramma dei problemi urgenti, e che – forse proprio per questo – poco sa ancora di se stesso. Ma i fatti narrati già contengono prefigurata e implicita in sé molta parte del futuro; e già in essi opera, col suo ritmo discontinuo, l'eterna interferenza tra le spinte della storia collettiva e il maturarsi delle singole coscienze. È appunto il lavoro della coscienza, i suoi non facili acquisti morali che qui si sono voluti rappresentare dell'adolescenza; e questo forse non senza una sottintesa polemica con l'immagine dell'adolescenza più consueta alle lettere moderne.»