Poesie
Description of book
"Le cose ch'io vidi nel fondo del mare, / i baratri oscuri, le luci lontane / e grovigli d'alghe e creature strane, / Senia, a te sola lo voglio narrare". In queste poesie, invece e per fortuna per noi si potrebbe dire, Carlo Michelstadter ci offre una scrittura con la quale ribadisce l'impresa che ha sempre affrontato nella sua breve vita: sottrarre la vita al divenire temporale. L'oggetto principale della sua ricerca, filosofica e poetica, è la vita che fugge, ignara della sua stessa vitalità, gettandosi sempre al prossimo istante. Il poeta è affamato di vita: "famelico aspetto ancor la vita", leggiamo in una poesia. Ma questa aspirazione frana laddove si intravvede l'assenza di realtà, l'utopia, l'assenza di un luogo reale ove questa possa vivere. In queste poesie scorgiamo questa tensione, meglio: la lacerazione vissuta dal poeta che non vuole vivere nel vuoto di ciò che può avvenire, ma divora l'istante vissuto perché solo può dare pienezza di vita. La vita consiste nell'inseguire la vita, ma raggiungerla significa morire, sembra questa la contraddizione che guida la riflessione del poeta, che non ha mai smesso di cercarla, di amarla, di voleva vivere pienamente.