De gli Eroici Furori
Beschrijving van het boek
In Bruno la contemplazione dell'Uno, propria della tradizione neoplatonica, diventa "eroico furore", una furente brama di essere tutt'uno con la cosa amata. La Yates afferma a questo proposito:(...) penso che ciò a cui mirano realmente le esperienze religiose descritte nel De gli eroici furori sia la gnosi ermetica, vale a dire la mistica poesia amorosa dell'uomo mago, che è stato creato divino, con poteri divini e si avvia a riacquistare questo attributo di divinità, con i poteri relativi (...).
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De gli eroici furori è un'opera filosofica di Giordano Bruno pubblicata a Londra nel 1585, l'ultima in lingua italiana, con la quale l'autore chiude il ciclo dei dialoghi cosiddetti londinesi, o anche italiani. Scritto in forma dialogica il testo è suddiviso in due parti di cinque dialoghi ciascuna. Il senso dell'opera è ben espresso dal mito del cacciatore Atteone, che, per aver visto Diana nuda, fu trasformato in cervo e fu sbranato dai suoi stessi cani.Diana simboleggia il divino presente nella natura, mentre Atteone rappresenta l'intelletto che ricerca la verità.Tra i cani di Atteone i mastini (che sono più forti) rappresentano le volizioni, mentre i veltri (che sono più veloci) simboleggiano i pensieri. Atteone viene da cacciatore trasformato in selvaggina, facendoci comprendere che la verità e la divinità che cerchiamo è in noi stessi.Spiega Giordano Bruno:Cossì gli cani, pensieri de cose divine, vorano questo Atteone, facendolo morto al volgo, alla moltitudine, sciolto dalli nodi de perturbati sensi, libero dal carnal carcere della materia; onde non più vegga come per forami e per fenestre la sua Diana, ma avendo gittate le muraglie a terra, è tutto occhio a l'aspetto de tutto l'orizonte.
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Alla mente che ha ispirato il mio cuore con arditezza d'immaginazione piacque dotarmi le spalle di ali e condurre il mio cuore verso una meta stabilita da un ordine eccelso: in nome del quale è possibile disprezzare e la fortuna e la morte. Si aprono arcane porte e si spezzano le catene che solo pochi elusero e da cui solo pochi si sciolsero. I secoli, gli anni, i mesi, i giorni, le numerose generazioni, armi del tempo, per le quali non sono duri né il bronzo, né il diamante, hanno voluto che noi rimanessimo immuni dal loro furore."(G.Bruno, De gli eroici furori)