Il corpo in cui sono nata è una sorta di memoir in cui Guadalupe Nettel, fortunata autrice messicana de La figlia unica, ripercorre la propria infanzia e adolescenza tra Messico e Francia in seno a una famiglia progressista che, suo malgrado, si trova a fare i conti con gli anni ‘70 e la fine dell’utopia. La protagonista si confronta con la sua infanzia segnata da un neo bianco sulla cornea che l’ha costretta a portare per anni un grosso cerotto sull’occhio che la porta a sviluppare fin da piccolissima un profondo senso di estraneità nei confronti del mondo che la circonda.