Il sogno di Lalah: Animanga e utopismi
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Saggi - saggio (325 pagine) - Anime e manga, l'utopia e la distopia. La visione idealista o pessimista del futuro nella letteratura disegnata giapponese e i suoi rapporti con la distopia e la fantascienza occidentale.
Tra gli anime (cartoni animati) e i manga (fumetti) del Sol Levante, nonostante il successo di personaggi dagli incredibili poteri e dal carattere eccentrico, è ancora possibile ritrovarvi quel medesimo gusto per la narrazione utopistica che in ambito letterario ha affascinato autori del calibro di Herbert George Wells, William Morris, Evgenij Zamjatin, Aldous Huxley e George Orwell. In particolar modo l'interesse per il lato oscuro dell'utopia, la distopia, è più che evidente. Basti pensare al Galaxy Express 999 di Leiji Matsumoto, nel quale più di uno dei mondi descritti soffre a causa di un brutale regime dispotico. Si consideri poi come catastrofi d'ogni genere e guerre apocalittiche, dai consueti scenari imperniati sull'impiego di armi termonucleari agli scontri su scala cosmica, si accompagnano sovente alle descrizioni di simili distopie (Ken il guerriero, Akira, Nausicaä della Valle del vento). Non mancano nemmeno speculazioni relative all'evoluzione futura dell'umanità, degne di Wells oppure di Olaf Stapledon, strettamente legate ai miti del post-umanesimo e al loro relativo trascendentalismo (Ideon, Evangelion). Inoltre il terrore di perdere ogni libertà, in nome di una sicurezza offertaci dalle macchine contro i pericoli di un mondo caotico, è parimenti presente assieme al terrore che la tecnologia possa sfuggirci di mano (Shinsekai yori, Psycho-Pass). Talvolta, come accade nelle opere di Hayao Miyazaki, ci si rifugia nell'ecotopia, tra miraggi messianici e irrealistici ritorni al passato. Eppure, nonostante un pessimismo apparentemente dominante, gli utopismi nipponici sono tutt'altro che privi di speranza. Lo prova il “sogno di Lalah”, la visione di un domani migliore che nasce nel bel mezzo dell'infuriare di un conflitto fratricida (Mobile Suit Gundam).
Claudio Cordella è nato a Milano il 13 luglio del 1974. Si è trasferito a Padova dove si è laureato in Filosofia, con una tesi dedicata all'utopismo di Aldous Huxley, e in seguito in Storia, con un lavoro imperniato sulla regalità femminile in età carolingia. Nel 2009 ha conseguito un master in Conservazione, gestione e valorizzazione del patrimonio industriale dopo aver svolto uno studio incentrato su di un canapificio storico; situato a Crocetta del Montello (Treviso), compiuto assieme a Carmelina Amico.
Scrive narrativa e saggistica; ha partecipato a diversi progetti antologici e ha collaborato con alcune riviste. È stato il vice direttore del web magazine Fantasy Planet (La Corte Editore). Nel 2012 ha partecipato all'ottavo Congreso Internacional de Molinologia, che si è svolto a Tui (Galizia), con un intervento intitolato Il mulino di Villa Bozza, la conservazione possibile, attraverso un progetto imprenditoriale, dedicato alla storia di un mulino padovano e scritto in collaborazione con Camilla Di Mauro.
Recentemente, per LA CASE books, è uscito Fantabiologia. Dai mondi perduti a Prometheus, un saggio di storia della cultura popolare da Jules Verne a Sir Ridley Scott.