Il trattato della Quinta Essenza
Ovvero dei segreti della Natura
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Sul 8nire del XIII secolo gli studi alchemici erano 8orenti e di grande interesse per i 8loso8 d’ingegno e desiderosi di mostrare nuove vie di conoscenza. Pensiamo a Ruggero Bacone e ad uno dei suoi più brillanti allievi, il frate catalano Arnaldo da Villanova, dagli insegnamenti del quale prenderà ispirazione la ricerca alchemica di Raimondo Lullo. Fu proprio Arnaldo Da Villanova, strettamente legato per vocazione e aJnità ai movimenti spirituali dei francescani, che ampliò ed estese il campo dei propri interessi, rispetto a quello del suo maestro Bacone, alla medicina, alla iatrochimica e alla teologia, operando un tentativo di uni8cazione, tramite la sua vasta opera letteraria, tra l’alchimia vera e propria con le numerose istanze profetiche prese a prestito dalla dottrina gioachimita. Con Arnaldo da Villanova prese le mosse il metodo di “rivelare velando” consolidando quindi la massima dei predecessori alchemici musulmani: «L’Alchimia è sorella della Profezia». Sia Alchimia che Profezia vengono viste quindi come strumento di rivelazioni superumane; l’operatore – sia alchimista o profeta – non è che un mezzo, medium. Da questi insegnamenti trasse ispirazione Raimondo Lullo, parallelamente al francese Giovanni da Rupescissa. Ma soprattutto Lullo si presenta oggi a chi si interessa alla storia dell’alchimia come continuatore degli studi di Villanova, spesso citato, come Magister Arnaldus, nei suoi scritti come fonte privilegiata. Il Libro dei secreti di natura, insegna il modo di cavare la Quinta Essenza e di applicarla ai corpi umani, onde produrre opere mirabili e quasi divine. La Quinta Essenza giova a tutta l’arte medicinale, purché se ne sappia fare uso per via 8loso8ca, mentre ignorandola si disconosce la vera medicina e la trasmutazione dei metalli.