Il più noto dei dodici efferati omicidi di donne e bambine commessi in Sardegna durante il fascismo è quello della sedicenne Antonia Mesina, grazie alla mistificazione che ne è stata fatta da parte del mondo cattolico, che ha trasformato la ragazza di Orgosolo in una icona di “martire della purezza” come quella di Maria Goretti. L’omicidio di Antonia Mesina, però, non è affatto diverso da quello delle altre donne uccise nell’Isola, nello stesso periodo, nel tentativo di una violenza carnale. Né quest’ultimo è l’unico motivo che scatena l’inaudita violenza degli assassini contro le donne da loro massacrate, perché con esso concorrono l’estorsione, la vendetta privata e la rapina. Le tragiche vicende di queste dodici donne e bambine vengono ricostruite in questo libro sulla base di un’ampia documentazione archivistica inedita, a partire dall’assassinio della dodicenne Vanda Serra di Aidomaggiore, trucidata dal parroco del paese e dalla sua amante.