In questa nuova avventura di Giambattista Bugatti, il boia papalino noto come Mastro Titta, la scenografia è ancora quella di una Roma ottocentesca, a pochi passi dall'annessione al nascente Regno d’Italia. Siamo nel 1859: la scomparsa di un bambino ebreo, figlio di un ufficiale francese, fa temere il suo rapimento da parte della balia, che lo avrebbe sottoposto ad un battesimo forzato per poi crescerlo nel cattolicesimo. Ma il ritrovamento dei cadaveri, sia del bambino che della nutrice, sembra complicare notevolmente la situazione. Un’ulteriore serie di delitti porta poi gli investigatori ad escludere le prime ipotesi – complotto politico francese? – per addentrarsi in altre, oscure, illazioni: omicidi dettati dalla gelosia? Oppure, forse, assassinii rituali? Col rigore storico e la prosa appassionante che lo ha reso celebre, Nicola Verde confeziona così un giallo dai contorni storici, intrigante nel suo addentrarsi in universi così remoti e angosciosi...