Alla conquista dell'avvenire
Poema libertario
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Poema libertario scritto in settenari a rima baciata nel 1892 nel carcere di San Vittore dove il suo autore Pietro Gori, avvocato, giornalista, scrittore e militante, si trovava detenuto per motivi politici. In quello stesso anno aveva tradotto in italiano il Manifesto del Partito Comunista di Marx-Engels e partecipato alla fondazione del Partito Socialista Anarchico Rivoluzionario, che esprimeva forti critiche al socialismo riformista. Il poeta esercitava allora la professione dell'avvocato nello studio milanese di Filippo Turati, nelle carceri di allora si potevano incontrare molti intellettuali che avevano preso parte e sostenuto le rivendicazioni sociali e sindacali. Fu sempre nel carcere di San Vittore che Pietro Gori scrisse il noto Inno del Primo Maggio, sul coro del Nabucco di Giuseppe Verdi. Tra le opere scritte in quelle settimane, questo libello epico e insieme profondo, appassionato, quasi sentimentale, Alla conquista dell'avvenire. Venne stampato in 9000 copie che andarono esaurite in poco tempo. Un poema intenso, lucido e commovente, la più alta forma poetica in cui siano mai state espresse le principali tematiche del comunismo libertario e dell'anarchia di fine '800. La voce narrante di Federico Berti scandisce il testo unendo la cadenza e l'articolazione della voce propria dei cantastorie e narratori di comunità tradizionali, alla sua formazione attoriale. Il commento musicale per fisarmonica sola, da lui stesso composto, contiene citazioni musicali da alcune fra le più note canzoni di Pietro Gori entrate nel repertorio del canto sociale e di protesta novecentesco. In copertina all'audiolibro, un particolare dalla 'Fiumana' di Pellizza da Volpedo, meglio noto come il Quarto stato, e il monumento a Gori nel cimitero di Rosignano Marittimo.
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Italiensk