Canti degli Indiani d’America
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Traduzione di Francesca Toticchi
La facoltà poetica è, tra tutte quelle proprie dell’uomo, la più sensibile alla natura che lo circonda, la testimonianza più vera ed evidente dell’influenza che il cielo, i corsi d’acqua, le foreste, i colori del mattino esercitano su di lui. Questi canti costituiscono il segno più autentico e profondo della poesia indigena dell’America del Nord. E rappresentano un’eredità lirica e visionaria di rara bellezza. Amore e gioia, dolore e guerra, natura e magia, tutta la realtà e l’universo mitico dei nativi americani emergono così da quel silenzio in cui la “civiltà” dei colonizzatori bianchi, con il suo linguaggio, le sue leggi, i suoi eserciti avrebbe voluto confinarli. Rivivono in queste pagine le voci dirette dei Dakota, Sioux, Pawnee, Navajo, Shoshone e di tutte le altre tribù che hanno abitato gli enormi spazi dell’America del Nord e del Canada, dalle foreste orientali alle Grandi Pianure, dalla California alla Costa Nord Occidentale. Un’ampia sezione, inoltre, riunisce alcuni esempi di interpretazione lirica dei versi indiani ad opera di artisti e scrittori statunitensi (Constance Lindsay Skinner, Mary Austin, Frank Gordon, Alice Corbin Henderson, Pauline Johnson) insieme con l’articolato e complesso rituale dell’Hako (una cerimonia pawnee) rivissuto attraverso la penna di Alice Fletcher.