Il personaggio principale – il prof. Kurt Wayne – ha subito una tragedia atroce della quale porta ancora tutti i segni addosso. Inoltre, da quando è stato lasciato da sua moglie, che ha avuto la forza di ricominciare a vivere, è caduto in uno stato di trascuratezza e di asocialità mitigato soltanto dal lavoro. L’Università – infatti – richiede una regolarità e un ritmo cui non può, né desidera sottrarsi. Negli anni ha fatto dei numeri il proprio passatempo, la propria compagna, il proprio dio. Eppure certi eventi lo costringeranno a rientrare nelle pieghe delle sue ferite mai rimarginate alla ricerca dell’origine del dolore. Fondamentale l’aiuto che gli arriverà dai “sogni”: è nell’ambito onirico che accadrà qualcosa di straordinario, qualcosa che avrà ripercussioni anche sul mondo reale. Dovrà ricordare, scavare e portare alla luce una nuova verità. Lungo questo percorso, il prof. Kurt Wayne s’impegna a scrivere un breve saggio sulla “possibilità di scelta”: il “Discorso sul Servo Arbitrio” – dunque – è il libro nel libro e si sviluppa in alternanza alle vicende dei personaggi. Una piacevole riflessione scientifica sulla libertà di scelta e sul concetto di Dio.