Epidemia
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L'epidemia che Carlo Bordini racconta nella sua poesia “Epidemia” non è solo un pretesto per indagare ancora più a fondo l'umana natura, ma è soprattutto uno schiaffo al lettore, alla sua indifferenza, alla sua presunzione constante d’innocenza e di non-responsabilità. L'epidemia non è più solo un ricordo di epoche passate, pre-scientifiche e pre-mediche, l'epidemia è qui, nel nostro presente, nelle nostre città, viva e furente.
L’epidemia come una forma di apocalisse
Partendo dai ritagli di giornale che hanno raccontato l'epidemia della mucca pazza del 2001, Carlo Bordini sostituisce alla parola “capo” (inteso come l'animale da macello) la parola “schiavo”. L'effetto è immediatamente disturbante: “Tutti gli schiavi che si trovavano in un raggio di tre chilometri dai siti ove l'infezione è stata riscontrata, saranno inceneriti. La campagna di abbattimento, cui collaborano le forze armate, ha ricevuto il beneplacito della categoria degli allevatori, che ha espresso il suo sostegno per questi provvedimenti, definiti terribili quanto necessari”.
Non sono più bestie quelle che muoiono a migliaia, ma schiavi. E dunque, con scandalo enorme, esseri umani. Sono persone che qui e ora, in questo presente giornalistico, muoiono uccise da un morbo inaudito. Così viene spazzata via l'indifferenza, la non-cura, la lontananza dal dolore; ciò che resta è un'incredula empatia, una destabilizzante condivisione, un'inaccettabile personificazione. Questo è il destino dell'uomo, sembra dirci Carlo Bordini: la fine.
L'epidemia è la forza della natura che più di tutte costringe l’essere umano a interrogarsi sul senso e sul valore della vita. Com'è possibile dare un significato all’esistenza, quando intorno le persone muoiono in un numero così grande da non poter essere contate? Quando non si è altro che il dato statistico di una carneficina senza colpevoli, né colpe? Carlo Bordini si è interrogato e interroga il lettore sul senso della vita, sul suo valore e, come in una reale sanguinaria epidemia, la sola risposta possibile a tutte le mormorate domande è quel vago senso di assurdità impotente, d’inutilità manifesta. Del nulla.
L’autore
Carlo Bordini è nato a Roma, dove vive, nel 1938. Ha insegnato storia moderna presso l'università di Roma “La Sapienza” specializzandosi in storia dell’amore. Ha pubblicato diversi libri di poesie con gli editori Barbablu, Empirìa e Scheiwiller.
Tutte le sue poesie fino al 2010 sono state raccolte nel volume: I costruttori di vulcani – Tutte le poesie 1975-2010, Luca Sossella editore.
Ha pubblicato in inglese l’e-book di poesie Gestures, e in tedesco l’e-book Gedichte.
Due volumi in francese sono stati pubblicati dall’editore Alidades, e altre poesie sono presenti sul sito Dormirajamais di Olivier Favier.
Ha pubblicato, in prosa: Pezzi di ricambio, Empirìa (racconti e frammenti). Manuale di autodistruzione, Fazi. Gustavo – una malattia mentale (romanzo), Avagliano. Ha curato, con altri, Dal fondo, la poesia dei marginali, Savelli, ristampato da Avagliano; e Renault 4 – Scrittori a Roma prima della morte di Moro, Avagliano.