Fifty-fifty, ossia Fifí (colui che per metà si concede e per metà si nega), è il nome parlante assegnato dal narratore al giovane uomo per il quale ha rinunciato a ogni altra relazione. La loro unione, per quanto esclusiva e simbiotica, è un bizzarro esempio di “amore non corrisposto”. In realtà anche Fifí è innamorato di Aram, ma il suo sentimento sceglie modi diversi, e soprattutto non erotici, per manifestarsi. La varietà dei linguaggi d’amore diventa così, in apparenza, il filo conduttore del romanzo. Il narratore ripercorre, implacabilmente, i tre anni, sei mesi, dodici giorni di questo singolare rapporto: una stagione di incanti, ma anche di astinenza e di attesa, pari solo a quella patita da Stocky, comune amico e geniale compositore, che veglia su di loro e sugli altri sei indimenticabili personaggi, ospiti della sua pittoresca villa in Versilia. Romanzo d’avventure, di formazione, di memoria? Di sicuro una commedia irriverente, che con una lingua piena di inventiva ci riporta al mondo esuberante degli anni Ottanta, attraverso un carosello di figure e situazioni che divertono, sorprendono e commuovono.