Lacan è stato considerato un pensatore complesso, di difficile lettura, e in effetti decodificarlo non è certo semplice. Il lavoro fatto però in questi anni nell'Associazione Mondiale di Psicoanalisi, che riunisce le Scuole lacaniane presenti in diversi Paesi, ha contribuito a offrire chiavi di lettura indispensabili a far emergere dai suoi testi un profilo clinico forte e nitido. Grande critico di tutti gli standard nati negli anni Cinquanta per stabilizzare, ma al tempo stesso burocratizzare, la pratica psicoanalitica, Lacan ha saputo dare solidi principi per la conduzione della cura e costruire bussole concettuali in grado di orientarla in modo senz'altro più significativo che non le regole empiriche di cui spesso sono composti i manuali.
Il presente libro fa parte di questo sforzo collettivo realizzato nell'ambito Associazione Mondiale di Psicoanalisi per delineare una clinica di orientamento lacaniano, per farne emergere i principi attraverso diversi momenti: dall'analisi delle psicosi, alla modalità di scansione delle sedute, dagli studi letterari usati come paradigmi clinici, alla funzione del desiderio dell'analista nella cura. Un punto essenziale è infatti che la clinica di Lacan non mette l'analista in una posizione esterna, osservativa, neutrale, ma lo implica come una sorta di oggetto duttile, qualcosa che l'analizzante usa, in un certo senso, per svolgere la propria analisi.