L'isola del silenzio. Il ruolo della chiesa nella dittatura argentina
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Buenos Aires, settembre 1979. Prima dell'ispezione della Commissione interamericana per i diritti umani viene smantellato in poche ore il centro di detenzione clandestina per gli oppositori politici costituito all'interno della Scuola di Meccanica della Marina. Nella notte, tutti i detenuti sono trasferiti in un'isola dell'arcipelago del Tigre, fino ad allora utilizzata come luogo di riposo dal Cardinale di Buenos Aires. Ad accogliere i prigionieri un cartello: El Silencio. Nell'isola di El Silencio i detenuti saranno vittime di un misterioso programma di "disintossicazione e rieducazione". Attraverso le agghiaccianti testimonianze dei sopravvissuti e dei parenti dei desaparecidos, Horacio Verbitsky - uno dei più autorevoli giornalisti argentini, impegnato a denunciare i crimini del regime militare - ricostruisce per la prima volta la storia di questo terribile campo di concentramento finora nascosto al mondo. Con una prosa avvincente, Verbitsky parte da El Silencio per svelare retroscena inediti del rapporto che ci fu negli anni della "guerra sporca" argentina tra il regime militare e le gerarchie ecclesiastiche. L'inchiesta, che ha suscitato enorme clamore in Argentina, incrocia alcune delle figure più importanti del Vaticano, dal nunzio apostolico Pio Laghi al cardinale Jorge Bergoglio, fino ad analizzare il ruolo di Papa Paolo VI. A trent'anni dall'inizio della sanguinosa dittatura argentina e dopo aver raccolto nel suo precedente libro Il volo la sconvolgente confessione di Adolfo Scilingo, che eliminò numerosi oppositori politici lanciandoli in mare dagli aerei, Verbitsky firma una nuova, coraggiosa e documentata inchiesta che getta luce sull'assordante silenzio della Chiesa rispetto ad una delle pagine più drammatiche della storia del Novecento.