Scritto all'indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale, “Mussolini l’uomo l’avventuriero il criminale” è uno dei primi tentativi di ricostruzione del ventennio fascista pubblicati nell'Italia repubblicana. Gian Dàuli vi lavorò negli ultimi tre mesi della sua vita, spendendo ogni energia residua nell'intento di fornire agli Italiani un vaccino contro la tentazione di rimpiangere o riabilitare quello che l’autore definiva “un commediante assetato di teatralità”. Più un pamphlet che un saggio, più un’invettiva che una biografia, “non opera d’arte, ma opera di bene” (per usare le parole del suo prefatore), viene oggi riproposto per la prima volta dal 1946.