Robot Story. Dal mito dell'uomo meccanico all'alba dell'Intelligenza Artificiale
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Varia - saggio (298 pagine) - Cosa lega Omero all’Intelligenza Artificiale? Una trama di quasi trenta secoli, dai miti del passato più oscuro alla spregiudicata high tech di oggi. Un racconto di uomini meccanici e scienziati visionari, robot e computer che ormai replicano la mente umana
Sarà il principio della fine, o la fine di un principio? È la domanda che ormai tutti si pongono, per primi gli apprendisti stregoni del Terzo millennio, i creatori dell’Intelligenza Artificiale della quale le cronache si occupano ormai quotidianamente. Di certo stiamo giungendo al termine di un percorso iniziato trenta secoli fa, ai tempi delle ancelle d’oro raccontate da Omero e del gigante di bronzo costruito da Efesto… un percorso coltivato nel mito, ma in seguito trasformato in inquietante realtà con l’avvento del robot. Un protagonista letterario ai primi del Novecento, diventato abituale compagno delle nostre vite negli anni Cinquanta e Sessanta, fino a fondersi oggi nella figura della Machina Sapiens. Letterati come Karel Capek, narratori come Isaac Asimov, visionari del cinema come Stanley Kubrick, geniali precursori come Alan Turing, poeti della matematica e ingegneri della mente sono i protagonisti di questo lunghissimo racconto. Insieme con una infinità di co-protagonisti spesso meno noti: scrittori di fantascienza e filosofi dell’Apocalisse, ingegneri e astronauti, imprenditori spregiudicati e ciarlatani della scienza. Di tutti raccontiamo la storia, senza trascurare quella di altri protagonisti: i built not born, come si usa dire, “costruiti e non nati”. Personaggi come Hal 9000 il “cattivo” di Odissea nello Spazio, e AlphaZero, il computer che ha sbattuto in faccia all’umanità la porta degli scacchi; Robby the Robot, “l’automa più laborioso di Hollywood”, ed Elmer & Elsie, le tartarughe elettriche madri di tutti i robot (quelli veri)… l’ultimo grande Pantheon dell’era contemporanea, mentre aspettiamo la fine del principio e incrociamo le dita davanti al principio della fine.
Genovese, Remo Guerrini è giornalista professionista da oltre 50 anni. È stato per molti anni inviato del settimanale Epoca (Mondadori), che poi ha anche diretto. In seguito è stato – fra l’altro – direttore del quotidiano Il Giorno, della edizione italiana di Selezione dal Reader’s Digest e per dieci anni di Meridiani, il mensile di viaggio e geografia della Editoriale Domus. In particolare, negli anni Novanta, è stato il progettista e fondatore del mensile Focus, editore Gruner+Jahr-Mondadori, che ha diretto per i primi tre anni.
Negli anni Ottanta è stato il primo italiano a pubblicare romanzi di spionaggio nella collana Segretissimo di Mondadori (Singapore, ma come fanno i marinai, 1984, e Mosca, il cielo in una stanza, 1986). In seguito i romanzi Strega (Interno Giallo, 1991), Estate nera (Mondadori 1992), Schermo nero (Mondadori 1994, primo thriller italiano in tema di internet & killer seriali, con due edizioni anche in Francia), Sirena d’aprile (Alacran,2010). Appassionato da sempre di fantascienza, ha esordito nel lontano 1979 con un romanzo edito da SFBC, Science Fiction Book Club (Pelle d’ombra, ), cui è seguita nel tempo una dozzina di racconti con traduzioni in Francia e Germania. Attualmente si occupa di Intelligenza Artificiale Generativa.